In Umbria nei pressi di Motegabbione in provincia di Terni, sorge la Scarzuola. Un complesso surreale e magico, costruito dall’architetto Tomaso Buzzi che, qui ha realizzato la sua “città ideale“, fatta di ambienti articolati e spettacolari. E che mettono in scena tutto l’estro e la fantasia del progettista.
La Scarzuola da luogo francescano a luogo magico
Si racconta che nel luogo dove sorge la Scarzuola abbia dimorato San Francesco d’Assisi. Nel tempo vi si realizzò un eremitaggio, poi una chiesa con un convento a testimonianza di questo mistico passaggio. Negli anni ’50 un architetto estroso e geniale, definito da Federico Zeri “Il più colto degli architetti in Italia” del Novecento acquista il terreno e, nei trent’anni che seguirono progetta e realizza un complesso surreale e affascinante. È il suo luogo rifugio, la concretizzazione del suo pensiero e della sua inventiva.
Ha progettato la Scarzuola guardando a grandi architetture del passato: Villa d’Este e Villa Adriana su tutti. Ma è stato ispirato anche dalla magnificenza dell’Acropoli di Atene e dai fantastici giardini di Bomarzo. Il risultato è un complesso scenografico, che nulla ha da invidiare alle architetture cinquecentesche, o ancora allo stupore del Barocco e, che strizza l’occhio ai disegni surreali di Maurits Cornelius Escher.
Utopia realizzata
Il progetto architettonico, infatti, è un insieme di palcoscenici, teatri, labirinti, spirali, camminamenti. Buzzi realizzando la Scarzuola ha concretizzato il sogno di ogni architetto: progettare la propria visione dell’architettura, la personale idea di “città ideale”. Elemento che nel ‘500 molti hanno teorizzato ma, che la realtà dei territori, le caratteristiche morfologiche e gli interessi dei Signori non hanno permesso di concretizzare. Buzzi, invece, ha dato voce a un concetto importante: ciò che gli altri pensano sia impossibile, l’architetto può farlo.
La Scarzuola è un gioco, un teatro urbano che si condensa in un complesso edilizio. È Utopia come nelle intenzioni di Tommaso Moro, è il sogno e la volontà di ricreare un mondo ideale e in cui urbanistica e architettura convivono perfettamente in un unico elemento. Volutamente non completata, è composta da sette organismi, che racchiudono altrettante scene simboliche e teatrali. Tutto realizzato con un personalissimo stile neo-manierista, arricchito da stucchi, rilievi, cornici, piani sfalzati, statue.
La Scarzuola una visita da non perdere
È un vero e proprio gioiello architettonico, la metafora di un viaggio dentro se stessi, alla scoperta degli aspetti mistici ed esoterici. Buzzi diceva che la Scarzuola “è come una medicina: può avere effetti collaterali anche gravi. “ E ancora “…alla Scarzuola, quando qualcuno mi osserva che la parte nuova, creata da me, non è “francescana”, io rispondo: naturalmente, perchè rappresenta il Mondo in generale e in particolare il mio Mondo – quello in cui ho avuto la sorte di vivere e lavorare – dell’Arte, della Cultura, della Mondanità, dell’Eleganza, dei Piaceri (anche dei Vizi, della Ricchezza, e dei Poteri ecc.) in cui però ho fatto posto per le oasi di raccoglimento, di studio, di lavoro, di musica e di silenzio…”.
Un’esperienza imperdibile. Un luogo che vive ancora grazie alla dedizione del nipote Marco Scolari. Un custode attento e che condivide la visione dello zio e che, porta il visitatore a scoprire come in un viaggio le diverse anime della casa. Il complesso è visitabile su prenotazione, scrivendo all’indirizzo e-mail info@lascarzuola.com
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